Oggi il riuso degli oggetti, ovvero il “second hand”, fa tendenza ed è sempre più diffuso. Come sempre più diffusa sembra essere la sensibilità verso l’emergenza ambientale e la ricerca di stili di vita più sostenibili. Molti sono i dati, come quelli del Global Footprint Network relativi all’Overshoot day, che segnalano la necessità di accelerare il cambiamento in questa direzione.
Nel nuovo libro “Sette vite come i gatti. Ridare valore agli oggetti. Storie di economia circolare” (Città Nuova, 2023), la giornalista ambientale Letizia Palmisano parte dal racconto di scelte e scoperte personali per dimostrare come spesso le alternative circolari, se si ha chiaro l’obiettivo, siano davvero fattibili nel concreto.
Ridare valore alle cose per ridurne l’impatto ambientale
In primis, il “miglior rifiuto” è quello che non viene prodotto. E, se cambiamo il nostro rapporto con gli oggetti, siano essi materiali o digitali, la nostra impronta ambientale si può ridurre grazie al riuso, alla condivisione, a scelte consapevoli di acquisto. Letizia Palmisano spiega come estendere questa pratica a tutti gli ambiti della nostra quotidianità, per abbracciare uno stile di vita sostenibile.
Si comincia dall’analisi del valore del riuso degli oggetti di uso quotidiano per ridurre lo spreco e aumentare il ciclo di vita di un prodotto. Dagli abiti, ai mobili, passando per libri e giocattoli. Si passa poi a valutare anche ciò che può sembrare a impatto zero solo perché immateriale, come ad esempio una e-mail: per scoprire che l’impatto non è tale. Si indaga da dove vengono le materie prime, come allungare la vita dei beni, quanto è importante che un oggetto sia riparabile o perché è ecologista che un tavolo, ad esempio, sia disassemblabile, che differenza di impatto c’è tra riuso e riciclo. Perché mai come in questo momento la logica dell’economia circolare può e deve essere applicata a ogni aspetto del nostro vivere.
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