L’economia circolare nel mondo diminuisce, anziché aumentare. Secondo il Circularity gap report 2024, pubblicato dalla Circle Economy Foundation, il 92,8% dell’economia globale usa materie prime vergini, mentre è in calo l’impiego di materiali riciclati. Un calo significativo, dal momento che il tasso di circolarità è sceso dal 9,1% del 2018 al 7,2% del 2023.
Secondo il rapporto «Negli ultimi sei anni, l’economia globale ha consumato 582 miliardi di tonnellate di materiali, quasi quanto le 740 miliardi di tonnellate consumate nell’intero XX secolo. Questo pone una pressione insostenibili sugli ecosistemi e sulla biocapacità della terra, molto più di quanto abbiamo bisogno per soddisfare equamente molti bisogni sociali».
Inoltre, secondo il report, movimentazione e consumo dei materiali contribuiscono per il 70% alle emissioni globali di gas serra, alimentando così la crisi climatica in corso, che a sua volta tende a peggiorare la situazione, limitando l’accesso alle risorse e la vivibilità di vaste aree sul pianeta.
Il report sull’economia circolare evidenzia anche come lo sfruttamento delle risorse naturali sia realizzato solo da una minoranza, sia tra i paesi che all’interno di essi, e che di conseguenza si accompagni a un aumento delle disuguaglianze. «Gli Stati ad alto reddito sono fattori chiave del collasso ecologico: i Paesi dell’Ue e gli Stati Uniti da soli sono responsabili di oltre la metà del consumo materiale mondiale, nonostante ospitino appena un decimo della popolazione mondiale.(…) Esacerbando la disuguaglianza, stimolando disordini politici e inasprendo la tensione sociale, i modelli di produzione e consumo dell’economia globale stanno provocando disordini sociali, guerre e migrazioni di massa».
Il report offre anche indicazioni per promuovere l’economia circolare, differenziate a seconda del reddito dei Paesi. Ad esempio, i Paesi a medio e basso reddito sono invitati a focalizzarsi su produzione e agricoltura circolari, mentre i Paesi ricchi dovrebbero adeguare le normative nell’edilizia e nella produzione. Il focus in questo caso è sul riciclo dei materiali edili, sulla ristrutturazione degli edifici, sulla durabilità dei prodotti e sul diritto alla loro riparazione. Proposta anche l’adozione di tasse sull’utilizzo di materiali insostenibili.
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