Greenwashing, quali poteri hanno i consumatori per difendersi? Lo scorso martedì 20 febbraio il Consiglio europeo ha adottato una direttiva per responsabilizzare i consumatori sulla transizione verde. La direttiva intende migliorare la disponibilità di dati e informazioni per i consumatori, al fine di aiutarli a compiere scelte circolari ed ecologiche.

Le nuove norme, infatti, andranno a modificare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali e quella sui diritti dei consumatori, adeguandole alla transizione verde e all’economia circolare. Si tratta di un’iniziativa tra quelle previste dall’agenda dei consumatori 2020 della Commissione Europea e dal piano d’azione per l’economia circolare 2020 e dà seguito al Green Deal.

L’obiettivo è che i consumatori siano informati meglio, protetti ed equipaggiati per contribuire davvero alla transizione verde. La direttiva tutelerà i consumatori da dichiarazioni ambientali ingannevoli (greenwashing), ad esempio in assenza di prove sulla prestazione ambientale o certificazioni per la sostenibilità. Tra queste, le comunicazioni relative alla compensazione delle emissioni di CO₂.

Le nuove norme chiariranno la responsabilità dei professionisti in relazione alle informazioni (o alla mancanza di informazioni) sull’obsolescenza precoce dei prodotti, agli aggiornamenti non necessari dei software o all’obbligo ingiustificato di acquisto di pezzi di ricambio originali. In tutta l’Unione Europea i prodotti dovranno avere un’etichetta armonizzata contenente informazioni sulla garanzia commerciale di durabilità.

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