Lo scorso 17 giugno il Consiglio europeo ha adottato la Nature Restoration Law. La legge stabilisce obblighi precisi e giuridicamente vincolanti per ripristinare, sia negli habitat terrestri che marini, gli ecosistemi degradati. La misura è considerata necessaria anche per il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di mitigazione e adattamento climatico e per contribuire a garantire la sicurezza alimentare.
A due anni da quando fu proposta dalla Commissione europea e dopo un lungo percorso di revisioni e stalli, la legge europea per il ripristino della natura ora obbliga i propri Stati membri a introdurre le prime misure entro il 2030. Entro quella data habitat quali foreste, fiumi, zone umide e praterie sottomarine dovranno essere ripristinate almeno per il 20%, con priorità per le aree Natura 2000.
Altri obiettivi sono il contrasto al declino degli insetti impollinatori, la rimozione degli ostacoli ai corsi d’acqua, il miglioramento della biodiversità dei sistemi agricoli e della misurazione della salute delle foreste. I paesi dell’Ue dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030 (riumidificandone almeno un quarto), il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050 (con almeno un terzo riumidificato). Le torbiere sono considerate infatti fondamentalu per ridurre le emissioni nel settore agricolo.
Inoltre gli Stati membri sono tenuti a garantire che le zone ripristinate non vadano incontro a un nuovo significativo deterioramento. I 27 dovranno adottare piani nazionali che individuino nel dettaglio modi e tempi di raggiungimento degli obiettivi.
Nella Foto (fonte: YouTube) il Consiglio europeo che lunedì 17 giugno ha adottato la Nature Restoration Law
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