Le apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) hanno un circuito efficace di economia circolare? Una ricerca riportata dal magazine economiacircolare.com ha riscontrato, a livello italiano solo un 7% di buone pratiche nel settore. Le pratiche riguardano le iniziative di aziende private, soprattutto nel Nord Italia, dedicate al fine vita di apparecchiature elettriche ed elettroniche, tra cui ad esempio il recupero delle materie prime critiche.
La ricerca è parte del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)” del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in collaborazione con Erion WEEE ed Enea. I dati sulle materie prime critiche sono stati ottenuti tramite le piattaforme ECESP e ICESP, che riportano le buone pratiche di economia circolare a livello europeo (ECESP) e italiano (ICESP). Le buone pratiche analizzate per il settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) sono quindi confrontate in base a variabili relative alla fase del ciclo di vita, alla diffusione, all’attinenza con i Sustainable Development Goals, per possibile replicabilità e per tipologia di organizzazione che le mette in pratica.
Le pratiche virtuose riguardano soprattutto la gestione dei rifiuti a fine vita, quindi riciclaggio, raccolta differenziata e ricondizionamento dei dispositivi. L’inizio del processo produttivo, dall’ecodesign in poi, è invece poco efficace dal punto di vista dell’economia circolare. Manca ancora una visione progettuale e la ricerca di soluzioni innovative per altre fasi del ciclo di vita.
La ricerca evidenzia inoltre come siano le aziende private a finanziare le buone pratiche: i ricercatori ipotizzano sia per ragioni reputazionali, ma annche per la lentezza del pubblico nell’attivare e diffondere pratiche virtuose nella filiera delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. La ricerca anzi evidenzia come gli enti pubblici e di ricerca siano stati finora carenti anche nella educazione e sensibilizzazione, con conseguente poca consapevolezza nei cittadini.
Per approfondire la questio del recupero delle materie prime critiche sono state studiate questione relative ai prezzi di prodotti necessari per le apparecchiature di fotovoltaico ed eolico, come alluminio e silicio (materie prime critiche), rame (materia prima strategica), argento, sabbia silicica, acciaio e prodotti come vetroresina e vetro trasparente. È emerso come in molti casi sia economicamente più conveniente l’estrazione che il riutilizzo, situazione che rende indispensabile un intervento economico pubblico per incentivare azioni di recupero.
(Foto: Golubovy, Getty Images)
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