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La Cop16 sbarca a Roma, urge l’accordo finanziario

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il palazzo della FAO a Roma che ospita i lavori della Cop16

Una nuova sessione della COP16, conferenza delle parti delle Nazioni Unite dedicata alla biodiversità, si svolge dal 25 al 27 febbraio presso la sede della FAO a Roma. Una nuova sessione perché il summit autunnale a Cali, in Colombia, non aveva raggiunto alcuni accordi chiave, in particolare riguardo il capitolo finanziario.

I risultati di Cali

A Cali era stato approvato l’accordo per identificare e proteggere le Ecologically or Biologically Significant Marine Areas (EBSA – Aree Marine di Importanza Ecologica) al fine di conservare entro il 2030 il 30% delle aree oceaniche, che sono fonte di sostentamento e fondamentali regolatori del clima. Coinvolte attivamente le comunità locali.

Era stata deliberata, inoltre, l’istituzione di un fondo dedicato alla condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle informazioni sulla sequenza digitale (DSI – Digital Sequence Information) provenienti dalle risorse genetiche. Agli attori economici che usano DSI provenienti da risorse della biodiversità genetica (in prodotti quali sementi, farmaci, cosmetici) è stato chiesto di versare, a titolo volontario, parte dei profitti nel Cali fund, di cui la metà è destinata alle popolazioni indigene, custodi della biodiversità.

Infine era stato concordato di istituire un organismo permanente di rappresentanza dei popoli indigeni, incluse le popolazioni afrodiscendenti, per permettergli di partecipare ai futuri processi decisionali sulla conservazione della natura e sull’utilizzo delle informazioni genetiche.

Gli obiettivi di Roma

A Roma invece la Cop16 dovrà lavorare sull’accordo finanziario senza il quale il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (GBF), programma adottato alla COP15 nel dicembre 2022, non può concretizzarsi. Secondo il Quadro globale della biodiversità di Kunning-Montreale, infatti, la somma minima necessaria per attuare le strategie e i piani nazionali per la biodiversità, con fondi della finanza privata e di quella internazionale, sarebbe di 200 miliardi di dollari.

È inoltre necessaria una riduzione di almeno 500 miliardi di dollari l’anno i sussidi dannosi per la biodiversità, ovvero investire per contenere ed eliminare gradualmente attività e strategie che causano a vari livelli l’attuale crisi ecologica. Per raggiungere questi accordi, secondo alcuni osservatori della società civile, è necessario che alla Cop16 di Roma si rilanci il dialogo tra Paesi del Nord e del Sud del mondo.

L’appello

39 organizzazioni dei settori dell’ambiente, della tutela del territorio e delle persone, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione internazionale hanno aderito un appello di Wwf Italia per chiedere al Governo italiano di adoperarsi per facilitare un accordo sulla mobilitazione delle risorse finanziarie e garantire un maggiore impegno finanziario dell’Italia per la biodiversità nei fondi multilaterali dedicati.

 

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