Solubilità di gas in liquidi
La solubilità di un gas in un liquido (espressa spesso mediante il coefficiente di assorbimento, ➔ assorbimento) è molto variabile: per es., una mole di acqua discioglie, a parità di condizioni, 0,01 moli di elio e 1300 di ammoniaca. Nel primo caso il soluto si scioglie senza interagire chimicamente con il solvente, mentre nel secondo avviene una reazione di idrolisi che favorisce la dissoluzione del gas. La solubilità dipende, oltre che dalla natura delle specie coinvolte, dalla temperatura e dalla pressione parziale del gas. Un aumento di temperatura determina nella maggior parte dei casi un abbassamento della solubilità; la dipendenza della solubilità dalla pressione è descritta, in assenza di reazione tra solvente e soluto (o, più in generale, di modificazione molecolare di quest’ultimo) dalla legge di Henry, per la quale p=Hc, dove p, H e c indicano rispettivamente la pressione parziale del gas, una costante caratteristica (dipendente dalla temperatura) e la concentrazione in soluzione del gas. La legge di Henry è rigorosamente valida solo in condizioni di estrema diluizione, e perde validità in soluzioni concentrate, dove intervengono interazioni tra molecole di soluto. Essa è valida, inoltre, anche quando sono presenti più gas in soluzione. Se invece il gas interagisce chimicamente con il solvente, la dipendenza della solubilità dalla pressione è più complessa e non esprimibile con una legge generale. La solubilità dei gas nei liquidi polari, infine, diminuisce all’aumentare della forza ionica della soluzione per effetto salatura.
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Fonte: treccani.it