Modelli analitici
I modelli analitici utilizzano soluzioni matematiche della equazione di governo che sono uniformi nello spazio (ipotesi di mezzo omogeneo) e costanti nel tempo (ipotesi di stazionarietà del fenomeno). Le assunzioni principali su cui si basano riguardano la geometria e le proprietà fisico-chimiche del comparto ambientale in cui avviene il trasporto e la dispersione del contaminate. È infatti in genere necessario definire, a mezzo di semplificazioni e schematizzazioni della situazione reale, una geometria estremamente regolare. Ad esempio, la sorgente di contaminazione sia nel suolo insaturo sia in quello saturo si schematizza a mezzo di un parallelepipedo. Inoltre, le proprietà chimico-fisiche caratteristiche del comparto ambientale interessato dal fenomeno (es. porosità, densità, permeabilità del suolo oppure velocità e direzione del vento), si assumono uniformi su tutta l’area di interesse e costanti nel tempo. Per tali parametri quindi è necessario selezionare dei parametri che siano rappresentativi di tutta l’area che si vuole simulare.
L’utilizzo di modelli analitici comporta una estrema semplificazione del modello concettuale del sito e quindi l’utilizzo un numero ridotto di parametri caratteristici dello stesso. In generale, l’applicazione di modelli analitici comporta la:
- semplificazione della geometria del sito;
- semplificazione delle proprietà fisiche del comparto ambientale attraverso cui avviene la migrazione (es. Terreno omogeneo, isotropo e incoerente);
- definizione semplificata della geologia e della idrogeologia del sito;
- indipendenza dei parametri di input rispetto alla variabile tempo;
- rappresentazione semplificata dei meccanismi di trasporto e dispersione;
- concentrazione degli inquinanti uniformemente distribuita nel suolo e costante per tutto il periodo di esposizione.
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Fonte: Corso di Dinamica degli Inquinanti (Università di Roma Tor Vergata) a cura dell’Ing. Iason Verginelli