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Agenti flocculanti

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Agenti flocculanti

Affinché avvenga la flocculazione è necessario innanzitutto destabilizzare le cariche dei colloidi. Ciò viene realizzato facendo uso di coagulanti (spesso si usa indifferentemente il termine flocculanti). Questi sono composti di varia origine che esplicano la loro azione in valori di intervallo di pH ben definiti. Una temperatura sufficientemente alta, un aumento della forza ionica e una forte agitazione sono fattori che favoriscono la coagulazione.

I coagulanti sono in genere degli elettroliti inorganici o polielettroliti organici. Ecco alcuni esempi:

  • Inorganici
  • Allume e alluminati
  • Solfati di alluminio e di ferro
  • Cloruro ferrico
  • Silicato di sodio
  • Organici
  • Alginati
  • Derivati dell’amido e della cellulosa
  • Polielettroliti di ammonio quaternario come N-alchilpolivinilpiridonio

Le particelle colloidali delle sospensioni, essendo normalmente caricate negativamente, richiedono di solito coagulanti ad azione cationica. Non è peraltro da escludere la possibilità di imbattersi in sospensioni formate da particelle cariche positivamente, come ad esempio nel caso del carbone, per cui possono necessitare anche coagulanti ad azione anionica.

La destabilizzazione delle cariche permette la formazione dei primi piccoli aggregati solidi che successivamente tenderanno a ingrossarsi per successivo adsorbimento di particelle fino alla formazione dei primi fiocchi (flocculazione) in sospensione. Mentre per favorire la coagulazione era indicata una energica agitazione, nella fase di flocculazione tale agitazione è controindicata in quanto in grado di rompere i fiocchi formatisi.


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