di Luca Pomili
Nel mondo del consumismo sfrenato,
delle ultime mode crudiste-vegane
e delle follie quotidiane,
pochi trovano rifugio nella terra genuina.
In un mondo
dove molti credono che i frutti nascono nei banchi dei supermercati,
dove la campagna è la terra dei picnic e qualche arbusto di troppo,
troppe poche fatiche suonano le origini della nostra alimentazione.
L’ultimo ambiente è merce di scambio,
sfregiato e umiliato da non competenti,
bloccato da una burocrazia inquinante
e considerato l’amico contenitore della porta accanto.
A prevalere e a vegliare
dovrebbe essere il “principio di non rivalità sul consumo dell’ambiente”,
vivere cioè le meraviglie della natura oggi
e consentire un ugual visione di questo spettacolo ecologico alle generazioni successive.
Purtroppo così non è.
Ecco la necessità di averne sempre più cura.
Ecco la necessità di inserire nell’ecosistema le attività antropiche in modo ragionato e scrupoloso
e di rifiutare qualsiasi approccio “grilliano” o “verdiano”,
in cui a vincere sono l’idee del non fare niente e del tutto è mafioso.
Ecco la necessità di avere politici normali
con occhi e coscienze normali
con cui iniziare a spegnere i fuochi delle terre
vicino al mare.
Mantenere gli stessi colori naturali che il mondo ricorda,
continuare a percepire gli stessi profumi,
fotografare gli stessi attimi,
deve essere la missione comune.
La nuova ingegneria ambientale
e le altre competenze giuste
dovranno far da guida in questo percorso travagliato e ostacolato
da parole fintamente buoniste e da pochi fatti concreti.
ufficio tecnico PDS
FINALMENTE…BEN DETTO.
P.S. COMPLIMENTI PER IL SITO E PER I SUOI CONTENUTI.