Argilla
Sostanza minerale che, impastata con acqua, dà una massa formabile e adatta a mantenere forma e coesione dopo essiccamento.
L’a. è una roccia sedimentaria clastica, costituita da granuli detritici, di dimensioni inferiori a 0,004 mm, accumulatisi per decantazione in acqua (depositi marini, fluviali, lacustri), per azione di ghiacciai (depositi morenici) o per azione dei venti (löss). Suoi componenti mineralogici essenziali sono quei silicati idrati di Al, contenenti talora anche Fe, Mg, K, Ca, Na, a struttura lamellare, noti come minerali argillosi e riunibili, per analogia di struttura e di composizione chimica, essenzialmente nei tre gruppi della caolinite (kanditi), della montmorillonite (smectiti) e della illite (idromiche). A questi minerali argillosi è dovuta la plasticità delle a. e la loro capacità di acquistare e perdere facilmente acqua. Ai minerali argillosi si uniscono sempre, in quantità variabile, componenti primari stabili diversi, tra i quali fondamentalmente il quarzo ed eventualmente muscovite, feldspati ecc. e, talvolta, altri residuati come cloriti, laterili ecc.
A seconda del minerale argilloso presente e della sua percentuale, variano le proprietà delle a., e, di conseguenza, i loro impieghi. Le a. costituite esclusivamente, o quasi, di caolinite, o di altro minerale del suo gruppo, comunemente chiamate caolini o a. da porcellana, hanno un’elevata temperatura di fusione (circa 1700 °C), una notevole plasticità e un relativamente modesto ritiro; per queste loro proprietà sono impiegate nella fabbricazione di porcellane, di ceramiche, come carica nelle carte, nella gomma ecc. Le a. costituite da caolinite, ma contenenti anche materiali inerti, note come a. refrattarie, hanno ancora un’elevata temperatura di fusione e una notevole plasticità; poiché però, alla cottura, divengono in genere rosee o rosse, non possono trovare impiego nella fabbricazione delle porcellane mentre trovano vasto impiego nella fabbricazione di refrattari silico-alluminosi, chamotte, terre da fonderia ecc. Le a. del gruppo della illite, dette a. comuni o a. da laterizi, hanno in genere plasticità elevata, ma temperatura di fusione non molto elevata; sono impiegate nella fabbricazione di laterizi, di leganti idraulici, di maioliche e, in generale, nell’industria ceramica. Infine le a. costituite da un minerale del gruppo della montmorillonite e note come a. smettiche, terre da follone, bentoniti ecc., hanno una plasticità elevatissima e un elevato potere legante; esse inoltre hanno la capacità di adsorbire grandi quantità di acqua, aumentando enormemente di volume, e di scambiare le proprie basi (Ca, Na, K, Mg ecc.) con quelle delle soluzioni con le quali vengono a contatto. Per queste loro proprietà le a. smettiche trovano vasti impieghi nello sgrassamento della lana, nella chiarificazione degli oli minerali e vegetali, dei vini, nell’impermeabilizzazione di dighe ecc.
A. speciali si usano nell’industria della carta (come pigmento e come carica), in quella dei manufatti di gomma (l’a. migliora le proprietà meccaniche e la resistenza all’usura) e in medicina.
Si definiscono terreni argillosi quelli che hanno una parte di a. superiore al 15% (oltre il 20% si parla di terreni compatti o pesanti); se questa oltrepassa il 35-37%, il terreno diviene inadatto alla coltura. Se il contenuto di a. non è eccessivo, essa conferisce al terreno doti di produttività, esercita un forte potere adsorbente sulle sostanze concimanti, adsorbe e trattiene l’umidità, aumentando così la resistenza alla siccità. Per questa ultima ragione, però, le terre argillose soffrono facilmente l’umidità e sono più fredde. Per la loro tenacia e adesività e per la difficoltà di trovarsi in giusta tempera possono presentare difficoltà di lavorazione, che deve essere tempestiva ed energica. La struttura dei terreni argillosi viene migliorata con le concimazioni organiche e con la flocculazione dell’a., che è determinata da alcune sostanze, come la calce, e da agenti meteorici, quali l’alternanza di gelo e disgelo. Su suoli fortemente argillosi, e pertanto asfittici se idratati, o vertici se disidratati, crescono le cosiddette piante argillofile. Lygeum spartum è una tipica pianta specializzata nel crescere su questi terreni.
L’argillificazione è un processo di alterazione, essenzialmente chimica, delle rocce silicatiche a opera degli agenti esogeni. Per azione dell’acqua meteorica i feldspati e i feldspatoidi si trasformano in silicati idrati di alluminio, dando luogo a minerali argillosi.
Argilloscisto
Roccia argillosa fissile, a tessitura scistosa, derivata da a. per azioni metamorfiche, senza che vengano, tuttavia, completamente obliterati i minerali argillosi originari. Le varietà più note sono le ardesie o lavagne.
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Fonte: treccani.it