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Plastica

Il termine “plastica” si riferisce a un’ampia gamma di composti sintetici o semisintetici prodotti da una reazione di polimerizzazione o di condensazione. Le plastiche prodotte da queste reazioni sono malleabili e possono essere modellate o estruse in oggetti o pellicole, oppure possono essere utilizzate nella produzione di altri prodotti come rivestimenti e adesivi. Il termine “plastica” deriva dalla parola greca “plastikos”, che significa “capace di essere modellata o plasmata”, ed è stato utilizzato come sostantivo per questi materiali sintetici dal 1884.

Un polimero è un composto chimico costituito da molecole di grandi dimensioni, formate da unità strutturali ripetute: queste unità sono tipicamente collegate da legami covalenti. I polimeri sono presenti in un’ampia varietà di prodotti, tra cui plastiche, gomme, adesivi e tessuti. I polimeri possono essere naturali o sintetici. I polimeri naturali comprendono le proteine, gli acidi nucleici e le cellulose. I polimeri sintetici sono prodotti a partire da monomeri derivati dal petrolio, come l’etilene e il propilene.

Oggi il termine Plastiche è utilizzato in vari modi. Può riferirsi a materiali costituiti da vari polimeri sintetici, come ad esempio polietilene, PVC, o nylon. In altri casi, può anche riferirsi a resine sintetiche ottenute dalla polimerizzazione di molecole più piccole, come fenoli, aldeidi o ammine; queste resine sono spesso utilizzate per operazioni di stampaggio e fusione.

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Le caratteristiche di leggerezza, infrangibilità, impermeabilità, durabilità ed economicità hanno reso la plastica un sostituto ideale per molti materiali naturali. L’impiego della Plastica nel packaging alimentare, ad esempio, ha consentito l’allungamento dei tempi di conservazione dei cibi e così la diminuzione degli sprechi alimentari. Analogamente, le sue applicazioni in ambito sanitario e logistico hanno portato a miglioramenti nelle condizioni igienico-sanitarie e sui sistemi di trasporto.

La Plastica è un materiale derivato da fonti non rinnovabili come il petrolio, e la sua biodegradazione può richiedere secoli, data la sua durata e resistenza. Questo implica che l’utilizzo di Plastica Monouso, usata perciò brevi periodi, non solo è economicamente insostenibile ma comporta gravi impatti ambientali. Un ulteriore destino della Plastica è l’incenerimento, utilizzato per produrre energia tramite il combustibile solido secondario (CSS). Questa pratica, nonostante l’apporto energetico, rappresenta uno spreco di risorse preziose e contribuisce alle emissioni in atmosfera.

Nonostante gli sforzi compiuti in termini di raccolta differenziata, è importante riconoscere che solo una frazione dei polimeri è effettivamente riciclabile. La differenza tra la raccolta differenziata come pratica di separazione dei rifiuti e il riciclo vero e proprio è significativa. Ostacoli quali la contaminazione da residui alimentari, l’aggiunta di additivi e coloranti che migliorano le caratteristiche della Plastica, limitano fortemente le possibilità di riciclo. Questo processo, inoltre, richiede un notevole consumo di energia e risorse.

I materiali plastici riciclabili affrontano un ulteriore limite: non possono essere riciclati all’infinito. A differenza di materiali come l’alluminio e il vetro, la Plastica può essere riciclata solamente per un numero limitato di volte (generalmente fino a 3 o 4 volte), perdendo peso, volume e qualità ad ogni ciclo. La realtà dei processi di riciclo, spesso difficili e inefficienti, si scontra con la necessità di trovare alternative sostenibili. In questo contesto l’opportunità di valorizzazione degli scarti della Plastica si inserisce in modo strategico.

Fonte: sfridoo.com

 

 


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