Rizodegradazione
Per rizodegradazione si intende la degradazione dei contaminanti organici che avviene nella rizosfera. Viene sfruttata la relazione simbiotica che si stabilisce nel suolo tra i microrganismi (batteri, funghi e lieviti) e l’apparato radicale delle piante. Tale apparato è in grado di essudare alcuni composti (zuccheri [mucopolisaccaridi], amminoacidi, acidi grassi, fenoli, enzimi e lisati [sostanze rilasciate da lisi cellulare]) che permettono l’instaurarsi di condizioni favorevoli (ad esempio, pH acido) allo sviluppo e alla crescita di comunità di microrganismi in grado di metabolizzare in particolare una grande varietà di contaminanti organici quali idrocarburi, IPA, BTEX, pesticidi, solventi clorurati, PCB e surfattanti.
Dal momento che il contatto tra il sistema radicale e la matrice contaminata è indispensabile per il successo di questa tecnologia, l’estensione delle radici, in termini di densità e profondità, svolge un ruolo fondamentale nel trattamento di siti contaminati da composti organici. Alcuni studi condotti su suoli contenenti IPA, hanno confermato che la presenza di radici fibrose molto estese, appartenenti a determinate specie erbacee, risultano essere molto efficienti nello stimolare l’attività della microflora della rizosfera: questo effetto dipende dal fatto che offrono un’ampia superficie per la colonizzazione microbica.