Upper Confidence Limits Spessore della zona di miscelazione in falda

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Selezione degli inquinanti indicatori

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Selezione degli inquinanti indicatori

In alcuni casi, può accadere che il numero di specie chimiche inquinanti indagate nell’ambito della campagna di indagine diretta, e/o aventi valori di concentrazione nel suolo o in falda superiori ai valori di riferimento indicati dalla normativa vigente, sia estremamente elevato. La applicazione della procedura di analisi di rischio sanitario a tutte queste sostanze può spesso risultare complessa e dispendiosa sia per il tempo impiegato sia per le risorse da investire. Inoltre, la trattazione dell’intero insieme può portare all’ottenimento di risultati di difficile comprensione, se non addirittura fuorvianti rispetto al rischio dominante presente nel sito. Per evitare che ciò accada è necessario quindi ridurre il numero di specie chimiche da inserire nella procedura di analisi, selezionando quelle più importanti, ossia quelle alle quali è associato un rischio maggiore per l’uomo; tali sostanze prendono il nome di “inquinanti indicatori”. In linea teorica quindi, tra tutti gli inquinanti rinvenuti nel sito in esame, gli inquinanti indicatori sono quelli che, per: valori di concentrazione, tossicità, frequenza di rilevamento, mobilità nei comparti ambientali, persistenza e
capacità di bioaccumulo, presentano il rischio maggiore per l’uomo. Nel seguito viene descritta la procedura che è possibile utilizzare per la identificazione degli inquinanti indicatori. Per la definizione della stessa si è fatto essenzialmente riferimento a quanto contenuto nel documento [RAGS Part A, EPA 1989].

Si evidenzia che la procedura di seguito descritta non è applicabile ai composti inorganici. Questi quindi, al superamento delle rispettive CSC (o dei limiti suggeriti dall’ISS), debbono essere tutti identificati come inquinanti indicatori al e sottoposti all’analisi di rischio sanitario-ambientale. Procedura per la identificazione degli inquinanti indicatori:

  1. Raggruppamento delle specie chimiche in classi – L’insieme di specie chimiche rilevate nel sito in esame deve essere suddiviso in classi differenziate in funzione della tipologia della sostanza in esame;
  2. Raggruppamento delle specie chimiche in sotto-classi – Ogni classe di sostanze, individuata come descritto nella precedente fase, deve essere ulteriormente suddivisa in due sottoclassi, in modo da raggruppare in una sottoclasse le sostanze che hanno effetti cancerogeni (categorie A, B1, B2, C) e in un’altra sottoclasse le sostanze non cancerogene (categorie D ed E) che hanno effetti tossici. Le sostanze che hanno effetti sia cancerogeni che tossici vanno inserite in entrambe le sotto-classi;
  3. Selezione dell’inquinante indicatore – In corrispondenza ad ogni sotto-classe si identifica l’inquinante indicatore in funzione della concentrazione misurata in sito e della sua tossicità. Tali fattori sono infatti ritenuti tra tutti più importanti nel calcolo del potenziale effetto di una specie chimica sulla salute umana.

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Fonte: Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio ai siti contaminati”, Marzo 2008